Uomini contro

Il 6 dicembre di vent’anni fa moriva Gian Maria Volonté: a ricordarne l’importanza è una giovane associazione culturale nata nel cuore di Trastevere che ieri sera ha organizzato la proiezione del film “Giordano Bruno” invitando il regista Montaldo a introdurlo.

Una brevissima storia della nascita dell’associazione: nel 2012 il cinema America, in disuso da anni e a rischio demolizione, viene occupato da un gruppo di residenti e di giovani decisi a proteggere la cultura in genere e, con essa, gli edifici a destinazione d’uso socio-culturale; già allora ne viene richiesta la tutela al Ministero dei Beni culturali, che arriverà solo a fine novembre del 2014; prima di quella data, a Settembre 2014, la città ha assistito da un lato allo sgombero del cinema America, dall’altro alla decisione dei ragazzi protagonisti di quell’occupazione di formare un’associazione culturale (“Piccolo cinema America”) le cui valide iniziative li hanno portati ad ottenere il comodato d’uso gratuito per sei mesi dello spazio adiacente alla sala (un ex forno in disuso) dove si mobilitano con passione e intelligenza per promuovere iniziative culturali.

Torniamo a una di queste iniziative organizzata appunto in occasione del ventennale della scomparsa di Volontè: è uno dei protagonisti del “Piccolo cinema America”, Valerio Carocci, a intervistare Giuliano Montaldo che, presentando il suo film su Giordano Bruno, ne ha ricordato con leggerezza ed ironia episodi significativi della gestazione, dalle difficoltà iniziali con Carlo Ponti, poco convinto dal progetto, al modo anticonformista e talvolta ruvido di comportarsi di Volonté. Francesco Bruni, presente alla proiezione, ha rivolto alcune domande al regista sul suo rapporto con il grande attore: l’affetto e la stima verso Volonté sono palpabili, pur nel riconoscimento del suo carattere non certo morbido.

La visione del film in un simile contesto si carica di un valore particolare: l’intensa e appassionata interpretazione di Volonté del personaggio di Giordano Bruno fa riflettere sull’importanza, più che mai attuale, delle battaglie per la libertà di pensiero. Certo, le coscienze oggi devono affrancarsi da altre paure rispetto a quelle del XVI secolo, ma i miti odierni sono altrettanto invasivi e pericolosi.

“Quando ho detto che la mia filosofia è la libera ricerca e non il dogma, non avevo torto.
Ho sbagliato, quando ho creduto di poter riformare la condizione dell’uomo con l’aiuto di questo o quel Principe.
Ho visto tutti i tentativi che ho fatto: Enrico III di Francia, sangue!
Elisabetta d’Inghilterra, sangue!
Rodolfo d’Asburgo, sangue! e perfino il Monarca, che dichiara di sedere più in alto di tutti, ma che stasera non vedo in quest’aula, sangue! Che mortificazione!
Chiedere a chi ha il potere, di riformare il potere!?
Che ingenuità!
Volevate la mia confessione e l’avete avuta. E’ la confessione di una sconfitta.”

2 risposte a “Uomini contro

  1. Le coscienze oggi devono affrancarsi da altre paure rispetto a quelle del XVI secolo, ma i miti odierni sono altrettanto invasivi e pericolosi”. Trovo questa frase particolarmente interessante, e vorrei approfondire la questione: quali sono i “miti odierni” a cui fai riferimento?

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  2. Bellissima domanda, che non merita una risposta frettolosa…provo a risponderti in un prossimo post. I miti odierni meritano di essere analizzati da più prospettive…se ne hai voglia puoi scriverci anche tu quali sono secondo te!

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