Chissà che fine farà

“Chissà che fine farà, la nostra città…” che tutti noi ci siamo lasciati scippare.

Sotto il nostro naso avvenivano intimidazioni, estorsioni e ricatti.

Io, concentrato sulle troppe buche nelle strade, sulla scarsa igiene dei marciapiedi, sui continui disagi dopo un temporale.

Non fare tardi la mattina ed evitare odori nauseabondi. La mia percezione di Roma iniziava e finiva così

“Noi saliremo sopra gli alberi

E sputeremo in testa a chi si avvicinerà

E guarderemo da lontano le guerre che incendieranno, la nostra città”

Veltroni incapace, Alemanno incapace, Marino incapace.

Ci doveva essere altro, c’era e c’è altro. Viviamo in una città “malavitosa” e la stragrande maggioranza di noi abitanti non si è accorta di nulla. Si perché al di là delle mezze voci, delle solite chiacchiere, del cemento sempre in mano agli stessi io non avevo capito nulla.

Vivo in questa città, e oggi mi sento colpevole. Come abbiamo fatto a farci ridurre in questo stato? Oltre le responsabilità politiche, ci vuole una cittadinanza corresponsabile per permettere tutto questo.

“Le colpe sono colpi da schivare,

mentre giù nella trincea non sai nemmeno a chi puntare”

Chi se la prendeva con gli immigrati, additati come responsabili di una città sempre più afflitta da degrado e della criminalità. E ora, ma su questo avevo le idee abbastanza chiare, si scopre che i fomentatori xenofobi erano e sono gli unici veri criminali, che uccidono ogni giorno Roma.

Era tutto sotto i nostri occhi e non abbiamo visto.

 

 

Lascia un commento